Sono migliaia i curriculum vitae presentati o inviati a centinaia di aziende da altrettanti numerosi giovani in cerca di occupazione. Per fortuna, ogni tanto qualcuno risponde e per i più fortunati si prospetta un colloquio in sede. Quando questo avviene, dobbiamo presentarci preparati all’incontro e porci nel miglior modo con l’interlocutore. Frequentemente, oggetto della discussione è proprio il documento che abbiamo inviato o consegnato personalmente, dov’è riportata la nostra vita lavorativa e le nostre esperienze. Partendo da questo punto, vediamo insieme come possiamo avere successo in un colloquio di lavoro.
Se siamo stati selezionati vuol dire che c’è un minimo di interesse verso di noi, quindi non andiamo nel panico, anzi, elaboriamo con calma un approccio che sia a noi favorevole. Occorre che ci informiamo sulla compagnia, reperendo più informazioni possibili (politiche aziendali, numero di addetti, immagine e così via). Questo ci verrà utile quando ci sarà chiesto il motivo per cui ci siamo candidati per un certo impiego. La facilità con cui reperire queste notizie è data dalla popolarità di cui gode la società. Per citare qualche canale, possiamo utilizzare la Camera di Commercio, le associazioni di categoria e soprattutto parenti, amici e conoscenti, questo ci aiuterà a valutare qual è la reputazione generale dell’organizzazione.
Curiamo l’aspetto e la nostra immagine senza strafare, dobbiamo innanzitutto inspirare fiducia e affidabilità, quindi vada per un vestiario sobrio ed ordinato senza snaturare troppo la nostra personalità. Non incappiamo nell’errore di mostrarci per ciò che non siamo, il primo impatto segnerà il nostro modo di apparire ma poi, verremo messi alla prova durante la conversazione per vedere se la nostra immagine apparente rispecchia il nostro pensiero.
Presentiamoci alla selezione in orario, o meglio, con qualche minuto di anticipo e, se ci imbattiamo in qualche contrattempo, avvisiamo l’azienda e successivamente ricordiamoci di scusarci di persona Giunti davanti l’interlocutore, poniamo attenzione a semplici comportamenti di buona educazione come il saluto, presentiamoci, usiamo i “grazie” e cerchiamo di sorridere
Fa parte dell’educazione anche spegnere il telefono prima di iniziare l’incontro.
Mentre rispondiamo alle domande che ci vengono poste, dobbiamo evitare di annoiare l’esaminatore, quindi non raccontiamo la nostra vita ma atteniamoci a ciò che ci viene chiesto rifacendoci all’ambito aziendale, se possibile. Per sostenere una conversazione stimolante e vivace, evitiamo di usare un tono monotono della voce, un volume troppo costante, troppo cadenzato e troppe pause.
Gli esaminatori più preparati, presteranno attenzione anche al linguaggio del corpo, (comunicazione non verbale) a cui la psicologia e la linguistica attribuiscono molti significati e sono molto studiati perché la maggior parte dei movimenti che facciamo sono incontrollati. In linea di massima, dobbiamo attenerci ad assumere una postura controllata e composta, senza movimenti improvvisi.